18/10/2012
Nazionale
Pubblichiamo l’articolo apparso il 12 ottobre sul Corriere della Sera in tema stage formativi che i notai russi e cinesi svolgono in Italia per conoscere ed approfondire il nostro sistema di Notariato:
«È la rivincita dei notai italiani. Additati da sempre come la corporazione che più di ogni altra rifiuta il libero mercato, adesso vivono una stagione di popolarità internazionale. I notai russi e quelli cinesi continuano a svolgere stage in Italia per apprendere meglio i «segreti» del nostro sistema di notariato. Persino l’Economist che ha sempre sostenuto che «per decenni i 5.000 notai italiani si sono arricchiti grazie a leggi che limitano il loro numero sul territorio», ora è pronto a riconoscere l’efficienza vincente del modello di notariato latino.
Non è un caso che la Cina, il Paese-locomotiva economica del mondo, dopo aver approfondito il funzionamento e il rapporto tra costi e benefici dei sistemi di common law e civil law, nel 2003 abbia deciso di adottare il sistema del notariato latino (civil law) e dal 2010 manda delegazioni in Italia per studiarne il modello. «Siamo interessati alle attività notarili in campo immobiliare e societario ma anche alla stessa storia del notariato italiano — spiega Zhou Zhiyang presidente del Notariato di Pechino e consigliere del Notariato nazionale —. Noi adottiamo un modello latino, tarato però al sistema politico ed economico locale. Lo Stato ha bisogno di un pubblico ufficiale che applichi la legge e garantisca i controlli preventivi. Lo slogan attuale del governo cinese è “costruiamo un’armonia sociale” e il governo ci chiede direttamente contributi per uno sviluppo economico e sociale. L’incontro con il notariato italiano è quindi uno stimolo a livello professionale per essere di aiuto alla missione del governo cinese.
E dopo i cinesi sono arrivati anche i russi, una delegazione del notariato di Mosca ha svolto una tre giorni formativa a Roma . «Si tratta di riconoscimenti che premiano la nostra lungimiranza — ricorda il presidente dei notai Giancarlo Laurini — perché noi già negli anni 80 andavamo in Cina a far conoscere il nostro modello. E poi per primi abbiamo investito in tecnologia, al punto che oggi abbiamo un sistema telematico di trasmissione degli atti all’avanguardia mondiale e siamo il primo Paese al mondo ad avere una legge sull’atto pubblico notarile informatico».
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