CERCA
Studio n. 17-2024/Taic TAIC e compravendita al rustico: riflessioni in tema di (mancata) consegna della polizza postuma
Autore:
Valeria Terracina
08/01/2025
Lo studio si propone di definire il perimetro applicativo della disciplina Taic alla compravendita al rustico, e di indagare le conseguenze della impossibilità di consegna della polizza postuma al rogito in dipendenza dello stadio costruttivo in cui versa l’immobile, sotto il profilo della comminatoria di nullità dell’atto, dell’impossibilità di adempimento, del principio di buona fede, degli obblighi delle parti e delle ricadute operative.
Studio n. 52-2024/P Il regime giuridico degli usi civici nella giurisprudenza costituzionale e nella recente legislazione nazionale e regionale
Autore:
Paolo Lazzara
31/12/2024
Il lavoro propone una ricostruzione della giurisprudenza costituzionale in materia di usi civici, in relazione ai diversi filoni che hanno riguardato le leggi regionali e la legge numero 168 del 2017. Il lavoro analizza la dicotomia pubblico privato che ha contraddistinto l’evoluzione della normativa in materia. Con l’ultimo intervento legislativo, sembra essersi chiusa la conflittualità seguita alla legge 168 del 2017, che aveva portato a importanti interventi della Corte costituzionale.
Studio n. 95-2023/P Acquisizione sanante ed istituti cc.dd. di espropriazione indiretta
Autore:
Gian Marco Antonelli
30/12/2024
Lo studio effettua una ricognizione dell’istituto dell’espropriazione per pubblica utilità, esaminando in particolare l’iter ablatorio fisiologico, dalla dichiarazione di pubblica utilità fino al decreto di esproprio, per poi soffermarsi sulle ipotesi patologiche ed in particolare sulle occupazioni illegittime ed esaminare i possibili rimedi a tali situazioni illegittime. Dunque, vengono analizzati gli istituti dell’accessione invertita e dell’occupazione usurpativa, ormai illegittimi e l’istituto, legittimo, della occupazione acquisitiva di cui all’art. 42-bis del d.p.r. n. 327/2001. Unitamente a tale istituto vengono analizzati anche gli altri istituti cosiddetti di “espropriazione indiretta” e quindi la rinuncia abdicativa della proprietà in ambito di procedimenti ablatori e l’usucapibilità di aree non espropriate. Infine si esamina la disciplina della cd. cessione bonaria o cessione volontaria di cui all’art. 45 del d.p.r. n. 327/2001 ed i negozi jure privatorum affini, compresa la transazione, dei quali vengono chiariti anche una serie di aspetti redazionali.
Studio n.116-2024/T Prime note sul d.lgs. n. 139/2024 – Modifiche alla tassazione degli atti di trasferimento di diritti edificatori
Autore:
Adriano Pischetola
20/12/2024
Studio n.115-2024/T Prime note sul d.lgs. n. 139/2024 – Modifiche alla tassazione degli atti di trasferimento di azienda a titolo oneroso
Autore:
Annarita Lomonaco e Valeria Mastroiacovo
20/12/2024
Studio n.114-2024/T Prime note sul d.lgs. n. 139/2024 – Modifiche in materia di registrazione e liquidazione di imposte di registro, di successione e donazione
Autore:
Adriano Pischetola e Annarita Lomonaco
20/12/2024
Studio n.28-2024/CTS Gli enti filantropici del terzo settore: natura giuridica, fattispecie e disciplina
Autore:
Antonio Fici
17/12/2024
Gli enti filantropici costituiscono una particolare tipologia di enti del terzo settore. Più precisamente, “ente filantropico” è una qualifica particolare del terzo settore che gli enti in possesso dei necessari requisiti possono ottenere iscrivendosi nell’apposita sezione del RUNTS. Essendo necessariamente personificati, gli enti filantropici sono gli unici enti del terzo settore che possono iscriversi al RUNTS esclusivamente tramite un notaio ai sensi dell’art. 22 del Codice. Nello studio si esaminano i requisiti di qualificazione dell’ente filantropico, soffermandosi su quegli elementi di specialità che differenziano gli enti filantropici dagli altri enti del terzo settore, nonché sulle ricadute in termini di statuto. Si presenta e discute, quindi, la disciplina particolare applicabile agli enti qualificatisi come filantropici.
Studio n. 26-2023/C La pubblicità sanante nel complesso sistema dei trasferimenti immobiliari
Autore:
Gianfilippo Laurini
16/12/2024
Lo studio affronta il tema della pubblicità sanante non solo evidenziando e rivalutando il ruolo affidato dal Legislatore all’art. 2652 n.6 c.c. quale argine degli effetti della pronunzia di invalidità del titolo di provenienza del dante causa sui successivi atti dispositivi del medesimo bene, in chiave stabilizzatrice della circolazione immobiliare, ma anche inquadrando e meglio definendo il suo rapporto con la funzione del notaio, custode della legalità e della certezza dei traffici commerciali, e con il dovere di informazione del cliente.
Il meccanismo della pubblicità sanante va concepito come il rimedio estremo cui si può ricorrere solo quando non si intravedono «vie d’uscita» differenti, soluzioni pratiche alternative, razionali e concretamente realizzabili che possano garantire il ripristino della piena certezza ed affidabilità dei traffici giuridici. È un rimedio il cui utilizzo richiede un grado di cautela, attenzione e ponderazione nella valutazione dell’assetto complessivo degli interessi emergenti nel caso concreto non codificabile ex ante. Dall’altro lato, si tratta, tuttavia, di uno strumento espressamente previsto dal legislatore che, pertanto, ciascun interprete può far rientrare nel proprio bagaglio professionale ed operativo, da non relegare all’assoluta irrilevanza e totale mancanza di una seppur minima utilità.
Il meccanismo della pubblicità sanante non sana alcunché. Il che val quanto dire che l’atto viziato da invalidità diviene definitivamente invalido a seguito del passaggio in giudicato della sentenza che accoglie la domanda di nullità o di annullamento, con la conseguenza che il titolo di acquisto successivo del terzo avente causa è a non domino, perché, fondandosi su un atto invalido, nasce e resta inefficace. Ma la pubblicità sanante blocca l’estensione degli effetti della sentenza, di modo che il terzo mantiene la titolarità del diritto, benché il suo titolo sia divenuto, appunto, inefficace a causa dell’invalidità del titolo anteriore.