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CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO

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Consulta l'archivio degli studi elaborati dalle Commissioni di studio, approvati dal Consiglio Nazionale del Notariato e ritenuti di interesse generale.

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Studio n.33-2023/PC Espropriazione forzata e crisi da sovraindebitamento e spunti di riflessione

Autore:

Elisabetta Gasbarrini

07/06/2023

Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento del c.d. debitore civile (o più ampiamente del soggetto non fallibile), introdotte con la legge n.3 del 27 gennaio 2012 sono state più volte (anche radicalmente) rimaneggiate ed oggi trovano collocazione nella disciplina del CCII.

L’espropriazione forzata immobiliare, da parte sua, è stata oggetto di reiterati interventi normativi volti alla limitazione del suo generalizzato utilizzo anche mediante l’ideazione di strumenti alternativi di soddisfazione del debito, molti dei quali rimasti privi di riscontro pratico applicativo.

L’esigenza di trovare strumenti diversi dalla tradizionale esecuzione forzata trova la sua ragione in alcuni limiti del procedimento esecutivo, nato e strutturato per dare attuazione coattiva al diritto di credito in una cornice in cui la posizione del debitore è definita di soggezione (ed a contraddittorio attenuato) spesso inattiva e in totale assenza: 1. di una visione di insieme del patrimonio del debitore e della sua posizione debitoria 2. di attenzione per le cause del sovraindebitamento 3. di un meccanismo di esdebitazione.

Si coglie l’occasione per fare il punto su qualche orientamento che sembra consolidarsi ed esprimere qualche riflessione in prospettiva futura circa differenze, interferenze e sovrapposizioni tra gli strumenti di composizione del sovraindebitamento del debitore civile e la tradizionale attuazione forzata del credito a mezzo di espropriazione forzata, immobiliare in particolare (rispetto alla quale i notai hanno certamente maggior familiarità).

Scopo della riflessione è dare un quadro di insieme della nuova disciplina con l’attenzione rivolta agli elementi che la connotano e distinguono rispetto ad una tradizionale liquidazione in espropriazione forzata individuale (in particolare immobiliare), nel tentativo di dare alcune minime risposte del tutto provvisorie ad alcune domande, ovvero: 1. cosa cambia per il debitore 2. cosa cambia per i creditori in generale, e per i creditori ipotecari fondiari in particolare 3. cosa cambia nel mercato delle c.d. vendite giudiziarie e per coloro che sono interessati all’acquisto, laddove la liquidazione dei beni del debitore sia attuata a mezzo di vendite competitive in sostituzione della tradizionale vendita forzata di cui agli artt. artt. 569 e ss. c.p.c.; e per verificare, in esito a tale disamina, quale resti (e se sia davvero residuale) il campo applicativo dell’espropriazione forzata (in particolare immobiliare) come conosciuta e applicata fino ad oggi.

Le conclusioni cui si giunge restituiscono un quadro in cui: la nuova disciplina ha ridefinito in chiave di maggior efficienza il rapporto tra procedure esecutive individuali e strumenti di composizione della crisi e l’espropriazione forzata immobiliare (come dettagliatamente disciplinata dal c.p.c.) non è poi così residuale, come potrebbe sembrare ad una sua prima lettura.

Studio n. 71-2023/P Procedure di edilizia residenziale pubblica: l’indennità di esproprio non corrisposta e la posizione dell’ultimo titolare del bene

Autore:

Francesco Gerbo

21/06/2023

Lo Studio affronta in particolare il tema della natura giuridica dell’indennità di esproprio con specifico riferimento a quella relativa alle aree PEEP.

Di recente è venuta in considerazione da parte della giurisprudenza della Cassazione la riconducibilità o meno dell’indennità nell’ambito dell’onere reale o dell’obbligazione propter rem.  Lo Studio non ritiene particolarmente rilevante l’individuazione classificatoria della natura giuridica dell’indennità espropriativa, quanto piuttosto l’esame dei soggetti che sono obbligati a corrisponderla. Certamente la P.A., ma lo Studio evidenzia come gli eventuali altri soggetti che possono aggiungersi quali obbligati all’Ente espropriante (titolari che si sono succeduti nel diritto di proprietà o di superficie delle singole unità), in linea con quanto ha ritenuto il Supremo Collegio, devono avere partecipato come litisconsorti necessari nel giudizio ordinario relativo al quantum individuativo dell’indennità dovuta. In difetto di un loro coinvolgimento nel giudizio sono perciò estranei a qualsiasi obbligazione in tal senso.

Studio n.30-2023/PC -Il nuovo elenco dei delegati e dei custodi

Autore:

Alberto Crivelli

06/06/2023

Questo breve lavoro affronta i principali aspetti innovativi che caratterizzano il nuovo disposto dell’art. 179-ter, disp. att., cpc, norma entrata in vigore il 1° marzo 2023 e che rivede integralmente le modalità di iscrizione all’elenco di delegati e custodi e le regole per il relativo controllo. Sono affrontate anche le principali problematiche interpretative aperte dal nuovo testo della suddetta norma.

Studio n.123-2022/I – Lo stallo decisionale assembleare

Autore:

Carlo Alberto Busi

25/05/2023

Cos’è uno stallo? Ci sono differenti definizioni di stallo decisionale in dottrina, ma per tutti gli autori della dottrina esaminata, il c.d. punto morto (deadlock) è un disaccordo tra soci (o amministratori della società) riguardo gli affari societari. Tuttavia, questo è solo il punto di partenza. Difatti, lo stallo decisionale è qualcosa di più di un semplice disaccordo tra soci (o amministratori).  L’analisi della dottrina ha esposto le seguenti caratteristiche dello stallo decisionale. La dottrina legale e la prassi offrono un ampio raggio di soluzioni dello stallo decisionale, a iniziare dai negoziati amichevoli per finire con la vendita di tutti gli assets della società e la distribuzione degli stessi tra i soci. I metodi di risoluzione dello stallo possono dividersi in due gruppi: a) metodi miranti alla continuazione della società coinvolgendo le parti in lite; b) e i così detti meccanismi di divorzio, finalizzati all’estinzione del rapporto societario di una o di tutte le parti.

Studio n.122-2022/I – Modificazioni sostanziali dell’oggetto sociale e sorte dei contratti stipulati

Autore:

Paolo Spada - Alessandra Paolini – Marco Maltoni – Massimo Palazzo

25/05/2023

Il lavoro analizza criticamente le diverse tesi in ordine alla sorte degli atti negoziali che comportano una modificazione sostanziale (di fatto) dell’oggetto sociale nelle s.r.l. (nullità, inefficacia, efficacia salva l’exceptio doli, inefficacia con salvezza dei diritti dei terzi di buona fede), posti in essere in violazione della riserva di competenza di cui all’art. 2479, comma 1, n. 5 e comma 4 c.c.. L’analisi si sviluppa sia sul piano endosocietario, ossia quello della violazione di una competenza organica e dell’eventuale spettanza del diritto di recesso, sia nell’ambito della sfera negoziale della società, nella prospettiva della tutela dei terzi, tenendo conto dei principi espressi dalle direttive europee sul punto. Particolare attenzione è posta alla concreta possibilità, per il terzo che contratta con la società, di avere effettiva contezza della natura dell’atto e dell’effetto da esso spiegato sul complesso dell’attività sociale, nel momento in cui esso è concluso.

Studio n.121-2022/I La evoluzione normativa in tema no-profit: la “società benefit”

Autore:

Paolo Guida

19/05/2023

La legge 28 dicembre 2015 n. 208 all’articolo 1, commi 376 e ss., ha introdotto nel nostro ordinamento la “società benefit” che si caratterizza per la peculiarità della propria attività economica, destinata a venire incontro alle istanze sociali in generale, rilanciando il no-profit.

In sintesi, la “società benefit” è una società che – oltre al tradizionale scopo di lucro – intende perseguire una o più finalità di beneficio comune, assumendo i tratti di un modello destinato ad attività a sfondo sociale, incrementando le ricadute sociali positive sulle persone e sull’ambiente. Integra, quindi, una fattispecie intermedia tra il modello societario for profit, dal quale si ricavano gli obiettivi di economicità ed efficienza che devono necessariamente ispirare l’attività imprenditoriale, e il modello not for profit, del quale fa proprio il perseguimento della pubblica utilità.

La disciplina degli artt. 559 e 560 c.p.c alla luce del d.lgs n. 149 del 2022: la conferma e l’ampliamento dei compiti del custode giudiziario

Autore:

di Maria Ludovica Russo

03/05/2023

Lo studio analizza la disciplina della custodia nell’ambito della procedura esecutiva; in particolare vengono esaminati i compiti del custode enucleati dagli artt. 559 e 560 c.p.c.. Il decreto legislativo 149/2022 (sulla base della legge delega n. 206 del 2021) ha operato: da un lato una sistemazione normativa dei compiti del custode, dall’altro un incremento dei compiti stessi, nell’ottica della creazione di una sinergia con l’attività dell’esperto stimatore e della creazione di un vero e proprio ufficio del processo esecutivo. In quest’ottica è stato parzialmente rimodulato anche l’istituto dell’ordine di liberazione, il quale, senza tradire la funzione, ormai dichiarata, di punto d’incontro e di equilibrio tra le posizioni soggettive che vengono in essere nella procedura esecutiva, presenta, all’esito della riforma, una disciplina maggiormente chiara ed efficiente nelle modalità attuative.

Studio n. 18-2023/P Gli effetti della decisione di incostituzionalità sulla circolazione immobiliare. Il caso degli usi civici

Autore:

di Marco Ruotolo

17/03/2023

Il saggio affronta il problema degli effetti delle decisioni di incostituzionalità sulla circolazione immobiliare, con particolare riguardo agli usi civici. L’Autore affronta sia il tema dell’“esaurimento” del rapporto a fronte di provvedimento amministrativo non tempestivamente impugnato sia la questione del possibile contenimento degli effetti retroattivi della pronuncia di incostituzionalità all’esito del bilanciamento con interessi di pregio costituzionale. L’esigenza di assicurare la certezza del diritto nella pratica della circolazione dei beni gravati da usi civici è richiamata a più riprese non solo in vista di possibili interventi giurisprudenziali, anche con riguardo a una questione pendente dinanzi alla Corte costituzionale, ma soprattutto nella prospettiva di un organico e non più differibile intervento legislativo.