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CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO

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Studio n.45-2023/T – CESSIONI ONEROSE DI BENI IMMOBILI IN FAVORE DEI SOCI AGEVOLATE AI SENSI DELLA LEGGE N. 197 DEL 2022: ASPETTI E SOLUZIONI NOTARILI

Autore:

Francesco Raponi

04/07/2023

La Corte di Cassazione  ha qualificato la cessione agevolata di beni immobili, oggi riproposta dalla legge 197 del 2022, effettuata  da una società in  favore dei propri soci,  come un negozio  nel quale, alla causa ordinaria della compravendita se ne  affianca una ulteriore, di natura  tributaria,  idonea a consentire la realizzazione della  funzione economico-giuridica propria di tale contratto, solo se il cessionario sia  dotato degli specifici requisiti indicati dalla norma agevolativa e non  anche  se si concluda a favore di un cessionario qualunque.

Viene posto in risalto dunque l’elemento costitutivo dell’agevolazione, che potrà essere invocata soltanto con riferimento alle cessioni immobiliari che si inseriscano all’interno del rapporto sociale, società-socio.

Tuttavia, oltre alla sussistenza di tale requisito primario, l’art. 1 commi da 100 a 105 della legge 197 del 2022 richiede che il contratto in argomento possa essere ricevuto solo se ricorrano anche ulteriori condizioni.

Con il presente lavoro, pertanto, si intendono approfondire gli aspetti fiscali della cessione immobiliare posta in essere in forma agevolata, non solo con riguardo al particolare profilo causale proprio del rapporto tra parti non indipendenti, ma anche con riferimento agli altri elementi costitutivi del relativo contratto. L’analisi non sarà   limitata alle imposte indirette atteso che il vantaggio principale dell’agevolazione riguarda le imposte sui redditi.

In questa ottica verranno trattate nuovamente, ed a scopo puramente ricognitivo, alcune tematiche che già in passato sono state oggetto di studi e risposte a quesito, evidenziandone le particolarità emerse nella fase applicativa in vigenza delle precedenti normative che prevedevano un’agevolazione analoga a quella in esame.

Lo studio consentirà inoltre di analizzare il tema della determinazione del prezzo in misura inferiore al valore di mercato del bene che formi oggetto di cessione, in relazione al quale, argomentando dal disposto di cui all’art. 1 comma 102 secondo capoverso legge 197/2022, si cercherà di offrire una chiave di lettura, che, prendendo a riferimento la medesima fattispecie, faccia emergere le differenti ricadute a seconda se risulti o meno agevolata.

Studio n.44-2023/T TRASFORMAZIONE DI SOCIETÀ COMMERCIALE IN SOCIETÀ SEMPLICE AGEVOLATA AI SENSI DELLA LEGGE N. 197 DEL 2022: ASPETTI E SOLUZIONI NOTARILI

Autore:

Francesco Raponi

04/07/2023

La trasformazione da società commerciale in società semplice dopo un lungo dibattito è stata ritenuta un’operazione ammissibile sul piano civilistico.

A tale risultato ha certamente contribuito la previsione di specifiche agevolazioni in materia di imposte sui redditi, che sono state riproposte con l’introduzione dell’art. 1 commi da 100 a 105 della legge n 197 del 2022, visto che la trasformazione regressiva in argomento ne potrebbe costituire un fatto generatore, a differenza delle altre fattispecie di trasformazione societaria che invece sotto tale profilo risultano neutrali ex art. 170 Tuir.

La medesima operazione peraltro si caratterizza perché essa soltanto, comportando la cessazione dell’attività d’impresa, a differenza delle altre fattispecie di trasformazione di società in generale, può costituire anche un presupposto per l’applicazione della disciplina iva. Viceversa non subisce un trattamento diverso rispetto alle ulteriori ipotesi di trasformazione societaria in ordine all’applicazione delle imposte di registro, ipotecarie e catastali che saranno dovute sempre in misura fissa.

Con il presente contributo pertanto si intende analizzare in chiave tributaria l’operazione straordinaria in oggetto offrendo alcuni spunti pratici per la soluzione delle questioni che potrebbero presentarsi più frequentemente.

Emergerà come la trasformazione di società commerciale in società semplice sia dotata sul piano fiscale di un proprio statuto che la differenzia non solo dalle altre ipotesi di trasformazione societaria ma anche dalle altre operazioni agevolabili.

Studio n.33-2023/PC Espropriazione forzata e crisi da sovraindebitamento e spunti di riflessione

Autore:

Elisabetta Gasbarrini

07/06/2023

Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento del c.d. debitore civile (o più ampiamente del soggetto non fallibile), introdotte con la legge n.3 del 27 gennaio 2012 sono state più volte (anche radicalmente) rimaneggiate ed oggi trovano collocazione nella disciplina del CCII.

L’espropriazione forzata immobiliare, da parte sua, è stata oggetto di reiterati interventi normativi volti alla limitazione del suo generalizzato utilizzo anche mediante l’ideazione di strumenti alternativi di soddisfazione del debito, molti dei quali rimasti privi di riscontro pratico applicativo.

L’esigenza di trovare strumenti diversi dalla tradizionale esecuzione forzata trova la sua ragione in alcuni limiti del procedimento esecutivo, nato e strutturato per dare attuazione coattiva al diritto di credito in una cornice in cui la posizione del debitore è definita di soggezione (ed a contraddittorio attenuato) spesso inattiva e in totale assenza: 1. di una visione di insieme del patrimonio del debitore e della sua posizione debitoria 2. di attenzione per le cause del sovraindebitamento 3. di un meccanismo di esdebitazione.

Si coglie l’occasione per fare il punto su qualche orientamento che sembra consolidarsi ed esprimere qualche riflessione in prospettiva futura circa differenze, interferenze e sovrapposizioni tra gli strumenti di composizione del sovraindebitamento del debitore civile e la tradizionale attuazione forzata del credito a mezzo di espropriazione forzata, immobiliare in particolare (rispetto alla quale i notai hanno certamente maggior familiarità).

Scopo della riflessione è dare un quadro di insieme della nuova disciplina con l’attenzione rivolta agli elementi che la connotano e distinguono rispetto ad una tradizionale liquidazione in espropriazione forzata individuale (in particolare immobiliare), nel tentativo di dare alcune minime risposte del tutto provvisorie ad alcune domande, ovvero: 1. cosa cambia per il debitore 2. cosa cambia per i creditori in generale, e per i creditori ipotecari fondiari in particolare 3. cosa cambia nel mercato delle c.d. vendite giudiziarie e per coloro che sono interessati all’acquisto, laddove la liquidazione dei beni del debitore sia attuata a mezzo di vendite competitive in sostituzione della tradizionale vendita forzata di cui agli artt. artt. 569 e ss. c.p.c.; e per verificare, in esito a tale disamina, quale resti (e se sia davvero residuale) il campo applicativo dell’espropriazione forzata (in particolare immobiliare) come conosciuta e applicata fino ad oggi.

Le conclusioni cui si giunge restituiscono un quadro in cui: la nuova disciplina ha ridefinito in chiave di maggior efficienza il rapporto tra procedure esecutive individuali e strumenti di composizione della crisi e l’espropriazione forzata immobiliare (come dettagliatamente disciplinata dal c.p.c.) non è poi così residuale, come potrebbe sembrare ad una sua prima lettura.

Studio n. 71-2023/P Procedure di edilizia residenziale pubblica: l’indennità di esproprio non corrisposta e la posizione dell’ultimo titolare del bene

Autore:

Francesco Gerbo

21/06/2023

Lo Studio affronta in particolare il tema della natura giuridica dell’indennità di esproprio con specifico riferimento a quella relativa alle aree PEEP.

Di recente è venuta in considerazione da parte della giurisprudenza della Cassazione la riconducibilità o meno dell’indennità nell’ambito dell’onere reale o dell’obbligazione propter rem.  Lo Studio non ritiene particolarmente rilevante l’individuazione classificatoria della natura giuridica dell’indennità espropriativa, quanto piuttosto l’esame dei soggetti che sono obbligati a corrisponderla. Certamente la P.A., ma lo Studio evidenzia come gli eventuali altri soggetti che possono aggiungersi quali obbligati all’Ente espropriante (titolari che si sono succeduti nel diritto di proprietà o di superficie delle singole unità), in linea con quanto ha ritenuto il Supremo Collegio, devono avere partecipato come litisconsorti necessari nel giudizio ordinario relativo al quantum individuativo dell’indennità dovuta. In difetto di un loro coinvolgimento nel giudizio sono perciò estranei a qualsiasi obbligazione in tal senso.

Studio n.30-2023/PC -Il nuovo elenco dei delegati e dei custodi

Autore:

Alberto Crivelli

06/06/2023

Questo breve lavoro affronta i principali aspetti innovativi che caratterizzano il nuovo disposto dell’art. 179-ter, disp. att., cpc, norma entrata in vigore il 1° marzo 2023 e che rivede integralmente le modalità di iscrizione all’elenco di delegati e custodi e le regole per il relativo controllo. Sono affrontate anche le principali problematiche interpretative aperte dal nuovo testo della suddetta norma.

Studio n.123-2022/I – Lo stallo decisionale assembleare

Autore:

Carlo Alberto Busi

25/05/2023

Cos’è uno stallo? Ci sono differenti definizioni di stallo decisionale in dottrina, ma per tutti gli autori della dottrina esaminata, il c.d. punto morto (deadlock) è un disaccordo tra soci (o amministratori della società) riguardo gli affari societari. Tuttavia, questo è solo il punto di partenza. Difatti, lo stallo decisionale è qualcosa di più di un semplice disaccordo tra soci (o amministratori).  L’analisi della dottrina ha esposto le seguenti caratteristiche dello stallo decisionale. La dottrina legale e la prassi offrono un ampio raggio di soluzioni dello stallo decisionale, a iniziare dai negoziati amichevoli per finire con la vendita di tutti gli assets della società e la distribuzione degli stessi tra i soci. I metodi di risoluzione dello stallo possono dividersi in due gruppi: a) metodi miranti alla continuazione della società coinvolgendo le parti in lite; b) e i così detti meccanismi di divorzio, finalizzati all’estinzione del rapporto societario di una o di tutte le parti.

Studio n.122-2022/I – Modificazioni sostanziali dell’oggetto sociale e sorte dei contratti stipulati

Autore:

Paolo Spada - Alessandra Paolini – Marco Maltoni – Massimo Palazzo

25/05/2023

Il lavoro analizza criticamente le diverse tesi in ordine alla sorte degli atti negoziali che comportano una modificazione sostanziale (di fatto) dell’oggetto sociale nelle s.r.l. (nullità, inefficacia, efficacia salva l’exceptio doli, inefficacia con salvezza dei diritti dei terzi di buona fede), posti in essere in violazione della riserva di competenza di cui all’art. 2479, comma 1, n. 5 e comma 4 c.c.. L’analisi si sviluppa sia sul piano endosocietario, ossia quello della violazione di una competenza organica e dell’eventuale spettanza del diritto di recesso, sia nell’ambito della sfera negoziale della società, nella prospettiva della tutela dei terzi, tenendo conto dei principi espressi dalle direttive europee sul punto. Particolare attenzione è posta alla concreta possibilità, per il terzo che contratta con la società, di avere effettiva contezza della natura dell’atto e dell’effetto da esso spiegato sul complesso dell’attività sociale, nel momento in cui esso è concluso.

Studio n.121-2022/I La evoluzione normativa in tema no-profit: la “società benefit”

Autore:

Paolo Guida

19/05/2023

La legge 28 dicembre 2015 n. 208 all’articolo 1, commi 376 e ss., ha introdotto nel nostro ordinamento la “società benefit” che si caratterizza per la peculiarità della propria attività economica, destinata a venire incontro alle istanze sociali in generale, rilanciando il no-profit.

In sintesi, la “società benefit” è una società che – oltre al tradizionale scopo di lucro – intende perseguire una o più finalità di beneficio comune, assumendo i tratti di un modello destinato ad attività a sfondo sociale, incrementando le ricadute sociali positive sulle persone e sull’ambiente. Integra, quindi, una fattispecie intermedia tra il modello societario for profit, dal quale si ricavano gli obiettivi di economicità ed efficienza che devono necessariamente ispirare l’attività imprenditoriale, e il modello not for profit, del quale fa proprio il perseguimento della pubblica utilità.