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CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO

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Dal 6 al 26 ottobre 2025 la mostra “Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani” arriva a Pescara

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DAL 6 AL 26 OTTOBRE 2025 ARRIVA A PESCARA LA MOSTRA DEL NOTARIATO

Io qui sottoscritto. Testamenti di Grandi Italiani

Storia, letteratura, politica, teatro, imprenditoria, religione raccontati attraverso le ultime volontà di personaggi come Cavour, Garibaldi, De Nicola, Manzoni, Pirandello, Verdi, Caruso, Papa Giovanni XXIII. Sono alcuni dei nomi dei grandi personaggi che hanno fatto la storia d’Italia, le cui ultime volontà sono state riscoperte dal Notariato e messe a disposizione del grande pubblico attraverso la mostra: Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani” – realizzata dal Consiglio Nazionale del Notariato – una raccolta di documenti che narra l’Italia da un punto di vista inedito, quello dei testamenti di politici, imprenditori, artisti che hanno reso grande il nostro Paese.

Dal 6 al 26 ottobre 2025 la mostra Io qui sottoscritto. Testamenti di grandi italiani” arriva a Pescara, presso lo spazio AURUM – Sala Europaurum (Largo Gardone Riviera – Pescara) grazie al Consiglio Notarile di Teramo e Pescara.

All’inaugurazione del prossimo lunedì 6 ottobre ore 10 è prevista la partecipazione del sindaco di Pescara, Carlo Masci, del Presidente del Consiglio Regionale, Lorenzo Sospiri, del Presidente del Consiglio Notarile di Teramo e Pescara, Adrea Ambrosini, del Consigliere Nazionale del Notariato, Pietro Ciarletta, di autorità civili e militari.

L’esposizione – nata a Roma nel 2012 nel solco delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia e riproposta a Genova, Imperia, Mantova, Milano, Modena, Piacenza, Torino, Palermo, Firenze, Bologna, Sassari, Brescia, Lecce, Reggio Calabria e Berlino – è un itinerario inedito e rivelatore, perché ogni testamento racconta, del suo autore, non solo la situazione familiare ed economica, ma soprattutto l’animo, le scelte morali, civili, le propensioni e il carattere. In una panoramica di carte, ma soprattutto di emozioni ad esse affidate, a mettersi in mostra è dunque il nostro Paese, nelle sue diverse voci, in un’ottica del tutto nuova, meno tradizionale e accademica.

Per la tappa di Pescara, oltre ai testamenti dei grandi italiani tra cui anche Gabriele d’Annunzio (nato a Pescara nel 1863), sono state recuperate le testimonianze di illustri personaggi locali: Ennio Flaiano Corradino D’Ascanio e Ignazio Silone.

Il testamento di Gabriele d’Annunzio non è soltanto un documento legale, ma un vero e proprio atto di consegna spirituale e culturale. “Hic manebimus optime” (Qui staremo benissimo), con questa citazione di Tito Livio si apre la sua ultima volontà per dare un messaggio fortemente simbolico: d’Annunzio rivendica il Vittoriale degli Italiani come luogo definitivo, dove egli e la sua memoria “rimarranno” per sempre. E, infatti, scrive: “Nomino i miei esecutori testamentari l’Architetto Gian Carlo Maroni sovrintendente del Vittoriale e l’avv. Leopoldo Barduzzi proc. Gen. Ad essi commento di curare la osservanza delle mie ultime volontà, nell’ambito e in armonia con quanto fu da me voluto in accordo col mio Grande Fratello e compagno nel creare la Fondazione del “Vittoriale degli Italiani”. In particolar modo essi vigileranno su l’ordinamento de’ miei Manoscritti editi e inediti, e di tutte le mie memorie di Vita e di Guerra. Tutto dev’essere raccolto e custodito e vivere nel Vittoriale degli Italiani. (…) Al mio fratello d’Armi e compagno mio fedele Benito Mussolini oso commettere l’Alta Guida e la Protezione dell’Opera Vostra”. Attraverso le sue disposizioni, il poeta affida non solo i beni materiali, ma soprattutto un’eredità di valori, di memoria e di bellezza che ancora oggi costituisce parte integrante del patrimonio nazionale. È come se, anche nelle ultime volontà, d’Annunzio avesse inteso riaffermare la centralità della bellezza come guida e destino.

Altro nome illustre: Corradino D’Ascanio, l’ingegnere che ha cambiato la mobilità italiana. Corradino D’Ascanio, nato a Popoli (Pescara) nel 1891, è stato uno dei grandi protagonisti dell’ingegno italiano. Pioniere dell’aeronautica, progettò negli anni Trenta uno dei primi elicotteri moderni. Ma il suo nome è legato soprattutto a un’icona mondiale: la Vespa Piaggio. Nel 1946, su incarico di Enrico Piaggio, D’Ascanio ideò un veicolo semplice, elegante e accessibile, capace di rispondere al bisogno di mobilità del dopoguerra. La Vespa divenne subito simbolo di rinascita, libertà e stile italiano, conquistando le strade e l’immaginario collettivo.
Il suo testamento è stringato e semplice “Io qui sottoscritto nelle piene mie facoltà mentali, scrivo il mio testamento lasciando alla mia adorata moglie Paolina, che con il suo stesso avere tanto ha giovato alle mie iniziative, tutta la mia sostanza in beni mobili ed immobili.”  Ma la sua vera eredità è quella di un inventore visionario che, coniugando tecnica e creatività, ha trasformato un mezzo di trasporto in un fenomeno culturale destinato a durare nel tempo. Esposti in mostra, oltre al testamento, anche gli schizzi dei progetti che ha lasciato in eredità al mondo intero.

Ennio Flaiano, nato a Pescara nel 1910, non ha lasciato disposizioni testamentarie di carattere pubblico, ma la sua vera eredità è di natura letteraria e culturale. Scrittore, sceneggiatore e giornalista, Premio Strega nel 1947 con Tempo di uccidere, Flaiano ha saputo raccontare con ironia e lucidità l’Italia del suo tempo, lasciando un patrimonio di opere che continuano a parlare al presente. Dalla collaborazione con i grandi maestri del cinema – in particolare Federico Fellini – ai racconti, agli aforismi e agli articoli, la sua scrittura si è imposta come specchio delle contraddizioni e delle aspirazioni del Paese. Esposto in mostra un suo aforisma che rappresenta la sua personalità: il lascito di Flaiano non è dunque un documento legale, ma un corpus di idee, immagini e parole che rimane vivo e attuale.

Infine tra i testamenti dei grandi abruzzesi troviamo quello Ignazio Silone nato a Pescina (Aq) nel 1900, tra i maggiori scrittori e intellettuali del Novecento, trasformò le ferite della sua terra e l’esperienza dell’esilio in opere universali come Fontamara e Pane e vino, che hanno dato voce agli ultimi e denunciato ogni forma di oppressione. “Socialista senza partito e cristiano senza chiesa”, ha lasciato al mondo un messaggio di libertà, giustizia e dignità che conserva intatta la sua attualità. Nel suo testamento scrive: «Spero di essere spoglio d’ogni rispetto umano e d’ogni altro riguardo di opportunità, mentre dichiaro che non desidero alcuna cerimonia religiosa, né al momento della mia morte, né dopo. (…) Mi sembra che sulle verità cristiane essenziali si è sovrapposto un’elaborazione teologica e liturgica che le ha rese irriconoscibili. Il cristianesimo ufficiale è diventato un’ideologia.»

Gli archivi notarili e di Stato, distribuiti in tutto il territorio italiano, sono pertanto i custodi della memoria e della storia, individuale e collettiva. Mantengono traccia delle attività economiche, patrimoniali, politiche e culturali nel corso della storia delle famiglie, dei paesi e delle città di tutta Italia. Una fonte preziosa per lo studio della storia del nostro paese che i notai contribuiscono ad alimentare con i loro atti e documenti. Uscendo dall’oscurità degli archivi, nei quali sono custoditi e tutelati, ma soprattutto dai rigori dello stereotipo, i testamenti dimostrano così la loro vitalità e la forza della loro funzione.

INFO: ORARI MOSTRA: DAL 6 al 26 ottobre 2025 – 8.30 – 19.30 – tutti i giorni

INGRESSO LIBERO

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