17/02/2012
Nazionale
La task force, promossa dalla Casa Bianca per studiare la possibilità di attribuire identità digitali con valore legale, si inserisce nel filone di interventi che affronta la mancanza di verifiche preventive tipica dei sistemi di common law, che certamente ha contribuito, con i furti di identità, al fenomeno dei subprime e del robo-signing (falsificazione di documenti per ottenere illeciti pignoramenti), al crollo del mercato immobiliare ed allo scandalo del foreclosuregate, cioè dei pignoramenti.
I fatti hanno mostrato i limiti di sicurezza nei Paesi privi di controlli preventivi e garanzie, a differenza del nostro sistema che è basato sul controllo a priori della regolarità delle transazioni immobiliari. Non esistono, per esempio, i registri immobiliari, il che contribuisce a creare incertezza sulla proprietà di un immobile o sulla sua libertà da precedenti ipoteche.
Al gruppo di lavoro, insieme ai rappresentanti della Casa Bianca, dell’FBI e di grande aziende interessate a studiare nuovi meccanismi per accrescere la sicurezza di documenti e atti, partecipano – nell’ambito del rapporto di collaborazione già avviato tra il Consiglio Nazionale del Notariato e i Paesi di common law – anche tre notai italiani di grande esperienza internazionale, chiamati dall’American Bar Association, l’ente che raccoglie gli avvocati statunitesi.
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