13/09/2013
Nazionale
13 settembre – Giornata Internazionale dei Lasciti
Da Giuseppe Verdi a Enrico De Nicola, sono molti gli italiani illustri che hanno voluto lasciare segni concreti di generosità con il loro testamento. Atti d’amore nei confronti di asili, orfanotrofi, ospedali ma anche donazioni di Opere autografe e collezioni a favore dello Stato. In occasione della Giornata internazionale dei Lasciti (13 settembre ), il network “Testamento Solidale”, che unisce 7 grandi organizzazioni – Action Aid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e UNICEF – con la collaborazione del Consiglio Nazionale del Notariato, sceglie questi personaggi come ideali testimonial per rilanciare la cultura del testamento solidale in Italia. Con una importante campagna di informazione, il sito www.testamentosolidale.org e una Guida che risponde a tutte le vostre domande sull’argomento, il Network sottolinea che si tratta di un gesto alla portata di tutti.
Giuseppe Verdi costruisce e finanzia con i suoi diritti d’autore una Casa di riposo a Milano per i musicisti destinati a vivere la vecchiaia in povertà. Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica italiana, cancella i debiti per i più poveri del Monte di Pietà di Napoli: tutti coloro che avevano impegnato indumenti e biancheria nella difficile crisi del secondo dopoguerra furono aiutati direttamente dal lascito del politico napoletano. Sono solo alcune delle scelte, a volte sorprendenti, che emergono dai testamenti dei grandi italiani, messi a disposizione dal Consiglio Nazionale del Notariato . Oltre a sottoscrivere donazioni dirette ad asili, orfanotrofi e ospedali, fondi per borse di studio, i personaggi che hanno segnato la Storia italiana hanno avuto la capacità di proiettare i loro gesti di solidarietà nel tempo.
In Italia, il network “Testamento Solidale” – Action Aid, AISM, AIL, Lega del Filo d’Oro, Fondazione Don Gnocchi, Save the Children e UNICEF – ricorda l’esempio di questi personaggi in occasione della Giornata internazionale dei Lasciti (13 settembre), nata per informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del lascito solidale come occasione preziosa per contribuire concretamente in favore di cause sociali, scientifiche ed umanitarie.
Nata nel Regno Unito nel 2011, la Giornata è oggi promossa in numerosi paesi – dalla Spagna all’Australia – per diffondere la cultura delle attribuzioni benefiche attraverso le volontà testamentarie.
Decidere di fare un lascito solidale significa soprattutto dare continuità ai propri valori, una ricerca realizzata da Eurisko per il network “Testamento Solidale” evidenzia che per 4 italiani su 10 questa opportunità è ancora tutta da scoprire. Dall’indagine – basata su un campione di quasi 1500 individui rappresentativo della popolazione italiana over 55 – emerge che soltanto l’8% del campione (circa 1,5 milioni di italiani) ha fatto testamento, mentre il 5% è intenzionato a farlo e il 6% ci ha pensato, tuttavia è ancora incerto. Lo studio conferma una propensione bassa a fare testamento da parte degli italiani di gran lunga inferiore a quella di altri Paesi, ad esempio quelli anglosassoni e del Nord Europa: in Gran Bretagna si attesta intorno all’80%, negli USA al 50%.
In Italia resistono infatti tabù e diffidenza, evocati spesso da paura e disinformazione. Contrariamente a ciò che avviene in Belgio, dove una coalizione di 99 associazioni benefiche ha creato il ‘Salone del testamento’, un curioso appuntamento giunto al suo terzo anno. Il Salone, ogni anno ospitato in un Museo prestigioso, per i servizi che offre richiede un biglietto d’ingresso. Una giornata di incontri con oltre 3.000 visitatori interessati a consultare gratuitamente un notaio, partecipare a conferenze e presentazioni di "buone cause".
Il Network italiano ha scelto invece la strada dell’informazione continuativa nel tempo: una campagna che mette per la prima volta insieme un gruppo di prestigiose ed autorevoli associazioni, con il contributo tecnico del Notariato, per sensibilizzare gli italiani sull’importanza di un gesto (piccolo o grande non ha importanza) che può fare la differenza nella vita delle persone che hanno bisogno del nostro aiuto. Fare un lascito solidale ad associazioni riconosciute come Action Aid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children e UNICEF significa garantire cibo, salute e istruzione a milioni di bambini. Vuol dire aiutare le persone con disabilità ad integrarsi al meglio nei territori in cui vivono, fornendo servizi socio-sanitari adeguati e sostenere la ricerca scientifica contro malattie come la leucemia e la sclerosi multipla. Proprio con l’obiettivo di accrescere in Italia la consapevolezza sul tema sono online il sito “testamentosolidale.org” e l’omonima guida.
Le scelte solidali nei testamenti di grandi italiani del passato
Nei testamenti di grandi italiani della Storia italiana si ritrova il sostegno alle cause a cui hanno dedicato la loro vita. Mettere nero su bianco le proprie volontà ha significato anche assicurare gesti di generosità a quanti, dai domestici agli allievi, hanno condiviso con loro i momenti più intimi e segreti.
Proprio pochi giorni prima di morire nel 1519, Leonardo da Vinci redasse il suo testamento affidando al suo allievo prediletto i libri e gli strumenti per la pittura, i suoi possedimenti fuori Milano ai suoi servitori e alla domestica le sue vesti e una rendita.
Anche Alessandro Manzoni inserì il suo servitore tra gli eredi, destinando una somma di due ducati per i ‘suoi fedeli e affettuosi servizi’ prestati per lunghi anni.
Cavour fu tra i più accurati nel disporre pensioni vitalizie ai suoi più fedeli collaboratori, dal segretario personale al cameriere, fino al mastro di casa. Non dimenticando di donare alla città di Torino un fondo per costruire un asilo pubblico in uno dei quartieri più marginali dell’epoca, Portanuova.
Giuseppe Verdi nel 1900 decide di mettere per iscritto il suo testamento e fin dal primo paragrafo elenca gli Istituti che avrebbero beneficiato della sua generosità. Ventimila lire agli ‘Asili Centrali’, e diecimila ciascuno agli Istituti dei cosiddetti ‘Rachitici’, dei ‘Sordo Muti’ e dei ‘Ciechi’ di Genova. Una cura speciale viene riservata al paese d’origine Busseto e al vicino Villanova Sull’Arda: dall’Ospedale agli Asili, al Monte di Pietà e poi direttamente ai poveri, a cui viene destinata una pensione annuale, come si legge nel testo autografo: “distribuire in perpetuo l’elemosina di lire trenta per ciascuno a cinquanta poveri del mio villaggio nativo le Roncole il giorno 10 Novembre di ogni anno”.
E’ però ‘l’Opera Pia Casa di Riposo dei Musicisti’ a cui Verdi riserva le più attente disposizioni. La ‘Casa’, costruita a Milano dal Maestro un anno prima per gli orchestrali destinati a vivere la vecchiaia in povertà, riceve in dono settantacinquemila lire di rendita e ‘tutti i Diritti d’Autore sia in Italia che all’Estero di tutte le mie opere’ con lo scopo di sostenere nel futuro con nuovi fondi i bisogni degli ospiti. Anche gli averi più cari e intimi, legati alla lunga carriera artistica sono destinati a loro: ‘Lascio alla detta Casa di Riposo dei Musicisti il Pianoforte grande formato Erard che trovasi nel mio appartamento a Genova, la mia Spinetta che trovasi a S.a Agata, le mie decorazioni, i miei ricordi artistici, i quadri’. A sancire il desiderio di trasformare i suoi ultimi gesti in atti d’amore e semplicità, Verdi stabilisce che ‘si distribuiranno ai poveri del villaggio di Sant’Agata lire mille nel giorno dopo la mia morte’.
Ma nei testamenti celebri si ritrova anche la capacità di progettare la cura delle proprie Opere destinandole a biblioteche pubbliche. Il poeta Gioachino Belli donò i suoi sonetti autografi e le sue lettere, oltre cinquemila fogli, alla Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele di Roma.
Gabriele d’Annunzio ideò nella sua tenuta di Gardone Riviera la Fondazione del ‘Vittoriale degli Italiani’ per rendere accessibile a tutti tramite i manoscritti editi e inediti ‘tutte le mie memorie di Vita e di Guerra. Tutto dev’essere raccolto e custodito’ per continuare a edificare il suo mito.
A ricordo della propria arte, altri famosi italiani decisero di dare accesso allo studio a quanti ne erano esclusi. Come Lina Cavalieri, la cantante lirica e attrice definita proprio da d’Annunzio “la massima testimonianza di Venere in terra” in poche righe sintetiche nel 1940 sigla il suo testamento lasciando alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma ‘Lire centomila per la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma’.
Con la stessa intenzione nel 1947, il primo presidente della Repubblica italiana, Enrico De Nicola stabilì nel suo testamento una donazione all’Ordine degli Avvocati di Napoli di lire centomila per un premiare un lavoro di diritto penale. Il dettagliato documento storico è un lungo elenco di lasciti solidali a favore di orfanotrofi, asili, ospizi, parrocchie e anche della sorprendente idea di cancellazione dei debiti per i più poveri: ‘Lego al Monte di Pietà di Napoli lire cinquantamila, in contanti, perché proceda, entro tre mesi dalla riscossione della somma, alla spegnorazione (a favore degli intestatari delle relative cartelle anteriori a detta data) di biancheria e indumenti’.
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Fonte (escluso Leonardo da Vinci): volume “Io qui sottoscritto. Testamenti di Grandi Italiani”, Fondazione Italiana del Notariato e Consiglio Nazionale del Notariato (2012), pubblicato in occasione della mostra omonima, realizzata nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia con la collaborazione dell’Unità tecnica di Missione 150 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, presso l’Archivio Storico Capitolino.
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