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CONSIGLIO NAZIONALE DEL NOTARIATO

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Italia-Usa: furti di identità (digitale), l’Fbi chiama i notai italiani

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04/01/2013

Nazionale

 

Pubblichiamo l’articolo apparso il 2 gennaio sul Corriere della Sera  in tema di collaborazione del Notariato italiano con la task force voluta dall’amministrazione Obama che si occupa dei problemi  legati alla gestione delle identità digitali allo scopo di prevenire le frodi elettroniche, legate anche al mercato immobiliare:
 

“La chiamata è arrivata dall’amministrazione Obama. E i notai italiani hanno risposto presente. Una delegazione di professionisti da mesi fa la spola con gli Usa per partecipare ai lavori dell’Aba  (American bar association l’equivalente americano del nostro Ordine forense), per creare un sistema di certificazione delle identità digitali. Il problema negli Usa sta assumendo proporzioni preoccupanti soprattutto dopo la tempesta economica del 2008. E’ stato accertato infatti che circa il 10% dei danni procurati dalla bolla dei subprime si deve al fenomeno del furto delle identità telematiche.
 

 «Negli Stati Uniti l’identità è proprietà privata – afferma Sabrina Chibbaro, membro della commissione informatica del notariato – quindi i cittadini possono cambiare nome e cognome in un giorno, purché adeguino i documenti. Questo alto principio di libertà ha provocato serissimi danni durante la fase dei subprime: negli Usa infatti per accendere un mutuo basta avere un conto corrente e delle bollette con lo stesso nome. L’assenza di un sistema di certificazione e di accertamento delle identità ha fatto sì che fossero stati venduti e ipotecati immobili con falsi nomi».
 

E così è successo che certi immobili siano stati acquistati da Batman e Robin così come è stato possibile a due giornalisti Usa di vendere l’Empire su Internet. Un sistema che quindi ha aggiunto la beffa ai danni provocati dalla tempesta perfetta del 2008. Al punto che adesso l’amministrazione Obama ha incaricato l’Aba di trovare un sistema certo per l’accertamento delle identità digitali. Qualcosa di simile a ciò che i notai italiani fanno già da qualche anno.
 

«Noi lavoriamo da qualche anno sull’identità federata – spiega Chibbaro – l’identificazione di un utente viene certificata e poi considerata affidabile anche da altri siti. Per esempio, il portale del notariato accerta l’identità degli utenti web che poi possono esibirla anche nel sito del ministero delle Finanze o in quello del Poligrafico di Stato. Per quanto riguarda l’e-commerce invece si lavora da tempo a una sorta di passaporto elettronico che garantisca la sicurezza e che possa valere all’interno di vari circuiti. Proprio queste competenze e il sistema di certificazione sperimentato in Italia hanno spinto gli statunitensi a chiamarci al loro tavolo di lavoro».
 

Un tavolo a cui è molto interessata anche l’Fbi che da diversi anni si occupa dei furti di identità digitale, non a caso della commissione fanno parte anche giganti dell’informatica Usa come Microsoft e PayPal. Il tema è ancor più di attualità negli Usa da quando Facebook sta cercando di trasformare la questione in una fonte di business: utilizzare le identità certificate dei propri utenti per finalità di marketing. Adesso toccherà alla commissione voluta da Obama riuscire a trovare gli antidoti a un sistema che ha già compiuto diversi guasti, il tutto con una consulenza italiana del tutto sorprendente che però riafferma l’interesse del mondo anglosassone per il civil law e le sue garanzie. Perché la libertà è sacra finché non fa danni alle finanze.”

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